SETTEANNIQUASIOTTO
di Eric-Emmanuel Schmitt
con Giorgia Antonelli
regia e drammaturgia Titino Carrara
Per non dimenticare.
Per dare vita, insieme, ad una riflessione, alimentata dal lascito di chi ci ha perceduto, che
cavalchi il flusso delle trasformazioni dell’oggi.
1942: nel Belgio occupato dai nazisti, il piccolo ebreo Joseph, sette anni, viene affidato a
un sacerdote cattolico, padre Pons, che in una sorta di collegio accoglie sotto falso nome
molti ragazzi ebrei per sottrarli allo sterminio.
Nel collegio di Villa Gialla Joseph vive l’amicizia con Rudy, grande e grosso, capelli rossi e
poca voglia di studiare, scopre un aiuto prezioso nella burbera Signorina Marcelle,
farmacista mangiapreti soprannominata “Perdio” in tutto il Paese, trova rifugio e conforto
negli insegnamenti di Padre Pons.
A poco a poco Joseph viene sedotto dai riti cristiani a cui assiste per non destare sospetti,
ma padre Pons non vuole che abbandoni la fede degli antenati e gli svela un segreto:
nella cripta della chiesa ha allestito di nascosto una sinagoga in cui ha raccolto oggetti di
culto, libri, dischi con canti e preghiere yiddish.
Un mondo intero rischia di scomparire e padre Pons, proprio come un moderno Noè, vuole
salvarlo.
“Molto tempo fa, sul mondo cominciò a piovere e non finiva mai.
Un uomo, Noè, capì che sarebbe arrivato il diluvio. Allora, con l’aiuto dei suoi figli, cominciò una collezione. Trovò un maschio e una femmina di ogni specie: un cavallo e una cavalla, un elefante e un’elefantessa, una coppia di ragni e così via. Costruì un’enorme arca e caricò tutti quanti. Così salvò dal diluvio tutte le creature di Dio.
Hitler è il nostro diluvio. Gli ebrei rischiano di scomparire. Io, come Noè, ho cominciato una piccola collezione: la collezione ebraica. Ogni sera mi ritiro qui a studiare i testi ebraici. Se il diluvio continua, se nell’universo non resta più un solo ebreo che parli l’ebraico, io lo potrò insegnare…”
“Anche a me? Così sarà come se tu fossi Noè ed io tuo figlio!”
Padre Pons si inginocchia davanti a me ha le lacrime agli occhi.
“Sì, Joseph, di notte io ti insegnerò le lettere dell’alfabeto ebraico, ma di giorno tu farai finta di essere cristiano, sarà il nostro segreto.”
Una storia vera, un inno ai valori umani dell’amicizia e della solidarietà, un tributo al
coraggio di quanti, come padre Pons, sono posseduti dalla follia dei giusti.
“…fin dalla prima infanzia ho avuto in mente la mappa di un mondo che non aveva confini geografici, ed era popolato da uomini come Dante, Racine, Shakespeare, Boccaccio, Goethe, Tolstoj e Hafiz. Sono stati quel mondo e i suoi illustri abitanti, quella pluralità di lingue, colori e leggi a farmi capire per la prima volta quanto la creazione e la salvaguardia di una vera democrazia dipendano da ciò che potremmo chiamare un’immaginazione democratica.
Nessun sermone, nessuna forma di correttezza politica può sostituire la profonda empatia che nasce dall’immaginazione, quando questa ci fa vivere le esperienze di altre persone e ci apre gli occhi su idee e punti di vista di cui ignoravamo l’esistenza.”
Azar Nafisi