"...Pin Pinin... Son qua sul primo scalin..."
Il “femminile” nei versi di Andrea Zanzotto
tra narrazione, musica e poesia… la storia del Barba Zhucòn
da un’idea di
SANDRO BUZZATTI
drammaturgia e regia di
SANDRO BUZZATTI e MARTA DALLA VIA
scena
ANTONIO PANZUTO
luci e suoni
SIMONE SONDA
organizzazione
CIKALE OPEROSE
con
Sandro Buzzatti
Banda del paese *
…Ho capito che era giunto il momento di riportare il genio poetico, l’anima e il corpo della parola, nel mezzo dell’agorà: la piazza, il mercato, la contrada, i luoghi dell’invenzione del linguaggio, della sua mutazione, come doveva essere stato nel tempo delle sibille, del passa-parola diremmo oggi.
(Sandro Buzzatti)
Immaginate di scendere nella piazza del paese e scoprire che il fruttivendolo, la sarta, l’oste mentre lavorano citano a memoria poesie scritte da un enfant prodige ora adulto ma il cui prodigio è rimasto.
Le parole possono essere formule magiche che accendono luoghi e persone. Un pezzo di luna cade dal cielo, tutto diventa rosso e ci sentiamo, all’improvviso, nel mezzo di una scena del crimine. Un delitto è stato commesso. Qualcuno ha preso a coltellate l’ovale perfetto? La luna? La poesia? Questo tempo?
Siamo rimasti tutti feriti ma proviamo a curarci con un po’ di polvere di cicale e Zanzotto.
(Marta Dalla Via)
Portare la poesia in mezzo alla gente e far sostare la gente in mezzo alla poesia
Per permettere a tutti di entrare in questo Eden della lingua Matria, useremo la chiave di una tradizione orale molto diffusa in tutto il territorio veneto e declinata in tanti idiomi e idioletti: la fiaba del Barba Zhucòn. Una favola che mette in luce una relazione di genere che prevedrebbe un maschio orco, una madre e una figlia come potenziali vittime di una sopraffazione ma che, invece, si rovescia facendo emergere un duo femminile pregno di coraggio e astuzia. Sono donne che oltrepassano i confini predefiniti dalle convenzioni sociali arrivando a ridicolizzare la fonte delle loro paure; il tutto tra frittelle, cuscini, spini e un vortice di ritmo lessicale indimenticabile.
Come mai Zanzotto ha scomodato la sua penna per riscrivere a suo modo una storia così largamente conosciuta?
Abbiamo voluto rispondere aggiungendo materia poetica per conoscere (e ri-conoscere) le altre donne che popolano l’universo di questo artista. La Nene della Cal Santa, la Maria Carpéla, la Marieta Tamóda, la Pina, la vedova Bres, la Urora, la Neta, la Teresa… un esercito di umanissime muse andranno a nutrire uno stomaco collettivo.
LA BANDA DI PAESE, IL PAESE DELLA BANDA
Una banda musicale, espressione ancora una volta di un sentire popolare legato all’agorà, sarà parte integrante di questa drammaturgia.
Come un coro greco, ascolta l’attore e respira insieme a lui in un dialogo che riesce a farci sentire adulti coraggiosi che anelano alle più alte vette della poesia ma anche bambini che parlano in petèl, che hanno paura e cercano la mano di un genitore che, come in ogni fiaba, li guidi fuori dal fitto bosco.
* IL PROGETTO È APERTO A TUTTE LE BANDE MUSICALI CHE FOSSERO INTERESSATE!
INFO: cikaleoperose@gmail.com